JOB ACT: APPROVATI GLI ULTIMI DECRETI ATTUATIVI

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Nei giorni scorsi sono stati approvati, in via definitiva, gli ultimi quattro decreti attuativi del Job Act (legge n. 183/2014) relativi a:

  • riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro;
  • razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini ed imprese ed altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità;
  • razionalizzazione e semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale;
  • riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive.

Le novità introdotte sono molteplici, di seguito un sunto di alcune delle principali.

Dimissioni. Al fine di contrastare il fenomeno delle c.d. “dimissioni in bianco” è stato introdotto un nuovo sistema di certificazione delle dimissioni: verrà messo a disposizione sul sito del Ministero del Lavoro un apposito modulo che consentirà di attribuire alle dimissioni un numero e una data certa, da dover inviare mediante un’apposita procedura telematica.

Controlli a distanza. È stato riscritto l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori introducendo una disciplina sui controlli a distanza, ovvero la possibilità da parte del datore di lavoro, previa informazione del lavoratore e nel rispetto della normativa sulla privacy, di utilizzare gli esiti dei controlli effettuati sugli strumenti dati in dotazione ai lavoratori (es. smartphone, tablet, ecc.) anche per finalità connesse al rapporto di lavoro. L’attuazione di quanto disposto dal nuovo art. 4 non necessita delle autorizzazioni del sindacato e del Ministero del lavoro, che invece continuano ad essere previste per l’istallazione delle telecamere.

Ammortizzatori sociali. Sono stati rivisti i requisiti numerici delle aziende che possono ricorrere alla Cassa Integrazione estendendo la copertura anche alle aziende di piccole dimensioni (limiti da definirsi in successivi decreti). La durata è stata fissata in 24 mesi in un quinquennio mobile, elevabili a 36 mesi in caso di ricorso alla solidarietà. È stato poi introdotto, al fine di determinare le aliquote contributive applicabili alle imprese, il meccanismo del bonus malus (applicazione di aliquote maggiori per chi fa ricorso alla cassa integrazione). I decreti in commento hanno inoltre definito la durata strutturale della Naspi, che rimane di 24 mesi.